SPAZIO 1999
di Antonella Bellecca

Correva l'anno 1975. Un geniale produttore inglese, Gerry Anderson, vara il pilot di una nuova serie di fantascienza che riuscirà a rimanere a galla soltanto per due stagioni (48 episodi), prodotte a distanza di un anno l'una dall'altra (cosa abbastanza inusuale). Eppure, come succede spesso per queste serie che non hanno una grande audience, tanto da venire velocemente cancellate dai palinsesti, si forma immediatamente un fandom di fedelissimi che, a distanza di tanti anni, continua a mantenere viva la memoria di "Spazio 1999". Il 13 settembre 1999 (data fatidica, poi vedremo perché) si è addirittura tenuta una mega-convention a Los Angeles a cui hanno partecipato anche alcuni attori.

L'idea di base di "Spazio 1999" è semplice e avvincente nello stesso tempo. Nell'anno 1992 i progressi nell'esplorazione dello spazio portano alla costruzione di una base lunare, detta Base Alfa. Sempre sulla Luna, però, vengono anche costruiti due depositi di scorie radioattive provenienti dalle centrali nucleari di tutto il mondo. Un brutto giorno, e precisamente il 13 settembre 1999, appunto, l'accumulo di tante scorie radioattive produce una formidabile esplosione che strappa la Luna dall'orbita della Terra, lanciandola nello spazio, oltre il sistema solare. La serie racconta quindi le avventure degli Alfani, gli abitanti della Base Alfa, in giro per l'universo su un mezzo di locomozione assolutamente non governabile, in balia, si potrebbe dire, delle correnti spaziali, alla ricerca di un pianeta (di classe M!) dove potersi stabilire.

Adesso non mettetevi a fare dei calcoli astrofisici per appurare se tale vicenda sia scientificamente possibile: è impossibile, ve lo dico io, supportata da una lettera che Isaac Asimov mi scrisse. No (magari!), volevo dire che Asimov in un articolo apparso sul "New York Times" del 28 settembre 1975 spiegò molto bene l'inconsistenza scientifica della serie (cito ad esempio: "I produttori. faranno in modo che la Luna vada alla deriva nello spazio e visiti un pianeta diverso in ogni episodio? Questa sarebbe una visione dell'universo talmente da ignoranti che non potrebbe essere tollerata nemmeno in nome delle necessità drammatiche. Ad una velocità di mille miglia al secondo sarebbero necessari 800 anni per raggiungere la stella più vicina. La nave spaziale Enterprise di Star Trek lo ha fatto, ma. si trattava di una nave dotata di motori potenti"). Tuttavia a noi (tra i fan mi ci metto pure io) non importa che sia una cosa inverosimile, che gli alieni parlino tutti inglese e che abbiano tutti aspetto umano; il motivo che sta alla base dell'imperituro successo di Spazio 1999 è nella lotta tra l'Uomo e l'Ignoto, nella capacità umana di adattarsi, di ingegnarsi, di imparare a convivere. È una serie che parla di speranza e di fratellanza, e di come la scienza e l'umanità possano averla vinta sulla forza e sull'ignoranza. In Spazio 1999 i terrestri non appartengono ad una federazione spaziale o galattica, sono esploratori contro la propria volontà; non hanno alle spalle una flotta che li difenda dagli alieni malintenzionati. Non sanno nulla delle razze che incontrano, non hanno dei protocolli di primo contatto da seguire, e quasi sempre la loro tecnologia è di gran lunga inferiore a quella delle razze che incrociano. Non possono neanche seguire una rotta di "ritorno a casa" perché vivono su un satellite e non su un'astronave. Oserei dire che è una serie di gusto "europeo" (infatti Anderson è inglese), che non contempla trionfalismi e americanate, ma sottolinea il valore intellettuale e morale dell'uomo.

Vorrei aggiungere che gli Alfani sono tutti scienziati e tecnici, perché la Base Alfa è stata costruita con scopi eminentemente scientifici; non abbiamo quindi delle gerarchie militari, non esistono gradi ma solo mansioni. Infatti la divisa della Base non porta nessun tipo di mostrine, ma è solo una tuta grigia con la manica sinistra colorata a seconda delle varie sezioni di appartenenza (sicurezza, infermeria, piloti). Non esiste una plancia, ma una sala comando; esiste invece una flottiglia di astronavi, chiamate Aquila, che consentono un minimo di spazio di manovra agli Alfani. È una serie un po' pessimistica, laddove Star Trek è una serie decisamente ottimistica. Se vuoi un pezzetto di cielo devi costantemente lottare per averlo, questo è quello che a me sembra il messaggio di questa serie. Detto ciò, bisogna aggiungere che ci sono delle differenze sostanziali tra la prima e la seconda stagione. Alla fine della prima stagione sembrava che non ci fosse speranza per la serie, a causa della scarsa audience (bisogna comunque dire che Spazio 1999 ebbe molto più successo in Europa che negli Stati Uniti). Vennero quindi apportate delle modifiche: alcuni personaggi vennero eliminati (senza nessuna spiegazione) ed altri furono aggiunti, tra i quali il più importante è l'aliena Maya, unica superstite dopo la distruzione del pianeta natale Psycon; ella viene salvata dai terrestri e si adatta a vivere sulla Base Alfa. Il potere di Maya di trasformarsi in qualsiasi essere vivente (con un sensuale e scenografico battito di ciglia) costituirà il deus ex machina per molte trame, con grande disappunto dei fan che, pur amando questo personaggio dolce e femminile, trovarono giustamente che questo espediente avrebbe abbassato il livello qualitativo delle sceneggiature e di conseguenza di tutta la serie (anch'io la penso così). Inoltre le storie vennero sfrondate di molte sfaccettature esistenziali per ridursi spesso ad avventure spaziali senza lode né infamia. Come che sia alla fine della seconda stagione la serie chiuse definitivamente; ci sono state sempre moltissime pressioni dei fan perché la serie venisse ripresa o perché venisse prodotto un film per il grande schermo, ma nessuno di questi progetti è mai andato in porto (finora).

Finiti gli episodi, cominciò il mito. È assolutamente incredibile con quale e quanta fantasia i fan di Spazio 1999 abbiano letteralmente "costruito" le vite e le avventure dei vari personaggi. A parte la meticolosità per far coincidere le date, ad ogni personaggio sono stati accorpati genitori, coniugi, figli, un curriculum professionale, vicissitudini più o meno tragiche, fantasiose genealogie interetniche. Probabilmente questo è stato possibile grazie alla scarsa caratterizzazione dei personaggi fatta dagli sceneggiatori (uno dei punti deboli della serie). Gli stessi produttori si sono dati da fare per spiegare il perché e il come della scomparsa di ben tre personaggi della prima serie; per quanto riguarda il "dopo", cioè cosa è successo dopo l'ultimo episodio della seconda stagione, ognuno ha potuto dire la sua, considerando anche che, non essendoci una struttura di base (come la Federazione, l'Accademia o la Flotta in Star Trek) né un sistema di razze note (tipo cardassiani, klingon, betazoidi), veramente è possibile immaginare qualsiasi seguito alle avventure degli Alfani e alla pazza corsa della Luna nelle profondità tenebrose dell'universo.

A questo punto non mi resta che descrivervi, come meglio posso, i personaggi (ma non li conoscete già tutti benissimo?).
JOHN KOENIG: astrofisico americano, è il comandante della base (l'unico tra tutti gli Alfani a portare una divisa con entrambe le maniche nere). Interpretato dal carismatico Martin Landau, è un uomo rigoroso e retto, che riunisce in sé il più grande rispetto per i suoi collaboratori e l'energia necessaria per prendere decisioni e assumersi responsabilità nei casi di emergenza. È il capo riconosciuto, ma non mancheranno episodi di infedeltà. È anche segretamente innamorato della dottoressa Russell.
HELEN RUSSELL: americana, è il medico della base (manica bianca). Competente, efficiente, con una deontologia di ferro, è in realtà una donna fragile e tenera, vedova, che cerca di affrontare con coraggio le incognite di una vita non proprio da medico. Tenta inutilmente di far capire al comandante che è anch'ella innamorata di lui.
VICTOR BERGMAN: inglese (ma questa è una supposizione del fandom, perché nella serie non esiste alcun accenno alle sue origini) non appartiene al personale della base (infatti non ha la manica colorata); è uno scienziato, amico di vecchia data di Koenig, che si trovava su Alfa al momento dell'incidente proprio per indagare su una serie di morti misteriose, che poi si riveleranno essere collegate ad un campo magnetico causato dall'eccessivo accumulo di scorie radioattive. Vive con la testa immersa nei libri, ne sa una più del computer e svolge egregiamente il ruolo di consigliere privato del comandante. Ha il
cuore artificiale. I produttori lo hanno fatto inspiegabilmente fuori alla fine della prima stagione.
PAUL MORROW: inglese (vale quanto detto per il professor Bergman), è il vicecomandante (con la manica rossa della sala comando). È un tipo estremamente silenzioso, ligio al dovere in maniera impressionante, direi un po' serioso; è più o meno
segretamente innamorato di Sandra Benes ed è l'ufficiale in assoluto più defilato nella storia della fantascienza. Quando s'arrabbia lo nasconde benissimo. Suona la chitarra e a volte ha fatto da portavoce del personale presso il comandante; Alan Carter è la sua bestia nera. È il secondo ad essere silurato.
ALAN CARTER: questo è sempre stato il mio preferito! È il capo dei piloti (manica arancione), australiano, una testa calda che darà anche alcuni grattacapi al comandante. Impulsivo, donnaiolo, attaccabrighe, è estremamente coraggioso e vorrebbe dare la vita per tutti. Tifoso di rugby, è molto popolare grazie al suo carattere socievole e allegro. Una curiosità: l'attore
Nick Tate, che dà vita a questo personaggio, ha interpretato Dirgo nell'episodio di Star Trek - The Next Generation "L'ultima missione".
SANDRA BENES: ungherese (ma non tutti sono d'accordo su questo), con la nebulosa mansione di analista dati (manica gialla), è una presenza fondamentale in sala comando; supporta egregiamente comandante, vicecomandante, professor Bergman e tutti quelli che hanno bisogno di un supporto in sala comando. Timidissima, paurosissima, sembra una bambina.
DAVID KANO: di lui si sa solo che si occupa del computer (manica marrone). Nigeriano, sembra che sia il solo in grado di fare da tramite tra il computer e il resto dell'equipaggio (parliamo di un computerone che occupa un'intera stanza). Ha addirittura un'interfaccia nel cervello che, all'uopo, lo può collegare direttamente alla macchina. Ama giocare a scacchi. Sparirà senza lasciare traccia nella seconda stagione, come Bergman e Morrow.
TONY VERDESCHI: italo americano, prende il posto di Morrow come vicecomandante. Irruente, burlone, irriverente ed arguto, svolge anche le mansioni di capo della sicurezza (ma è meglio di Odo!). È anche astronauta (insomma è come il prezzemolo). Nel tempo libero cerca disperatamente di produrre una birra sintetica, con scarso successo; seduce invece senza problemi la bella Maya.
MAYA: di Maya abbiamo già parlato. Molto dolce, innamorata di Verdeschi, è effettivamente un valido personaggio femminile che accompagna la dottoressa Russell in deliziosi duetti al femminile. Sarà un personaggio determinante per tutta la seconda stagione. Può essere considerata un ufficiale scientifico.
Per quanto riguarda i personaggi ricorrenti, tre sono da menzionare: ROBERT MATHIAS: infermiere, di colore, è il necessario interlocutore di Helen nell'infermeria. Nel tempo libero gioca a scacchi con Kano. I fan dicono che sia giamaicano. YASKO: giapponese, fa i turni con la Benes. TANYA ALEXANDER: tedesca, appartiene al personale della sala comando. Sembra anche che abbia un debole per Morrow.
Per concludere queste indegne note su una serie ancora amatissima, vi invito a fare una passeggiatina nella rete. Segnalo, tra gli innumerevoli siti dedicati a Spazio 1999, quello italiano di Marco Vittorini (
grazie, Antonella, quale onore!!! NdMV) Segnalo inoltre il sito ufficiale dedicato a Gerry Anderson: http://www.kikgraphics.demon.co.uk/fanderson.html. Esiste un club italiano di fan (http://mario.lapam.mo.it/Moonbase99/default.shtml) che organizza periodicamente delle convention (una sola finora, nel Giugno del 2000, ma credo che non si fermeranno più!).
Per quanto riguarda la novellizzazione dell'intera serie, recentemente Fanucci ha ristampato una vecchia (e ottima) edizione (AMZ 1979), a cura di Gianni Padoan, che consiglio a tutti di leggere perché è quasi migliore dell'originale televisivo.

Nota a margine di MV. Questo articolo è stato scritto, come qualcuno di voi avrà immaginato, per comparire su STIM (Star Trek Italian Magazine), una bella fanzine su Star Trek. Ecco quindi spiegate le numerosissime citazioni Trek. Però la caratterizzazione dei personaggi è spassosissima!!! Grazie, Antonella!!!