I NAUFRAGHI
(Space Warp)
 

Una distorsione spaziale separa l’Aquila di Koenig e Verdeschi, in ricognizione verso un relitto alieno, dalla Luna, a cinque anni-luce di distanza. Sulla base Alpha, intanto, una febbre misteriosa scatena tutto il trasformismo di Maya, che senza controllo si aggira distruggendo ogni cosa sul suo cammino.


Sceneggiatura:
Charles Woodgrove
( clicca qui per la sceneggiatura completa ) - ( clicca qui per il Forum di discussione )



   

Regia:
Peter Medak

Guest Star:
Tony Osoba (Guardia)
Trevor Th
omas (Astronauta Gary)
Peter Porteus (Tecnico Petrov)
Andrew Lodge (Capitano Duro)
Jeffrey Kissoon (Dottor Ben Vincent)

( Girato: 6-24 Agosto 1976 ) - ( 1a visione mondiale: 2 Dicembre 1976 ) - ( 1a visione italiana: 7 Maggio 1979 )

Crediti generali seconda stagione:


Trama:

Mentre l'Aquila di Koenig e Verdeschi si avvicina in ricognizione a una nave spaziale aliena alla deriva, una deformazione spaziale separa i due dalla Luna, frapponendovi una distanza di cinque anni-luce. Sgomenti, gli Alphani non possono però fare nulla al riguardo, distolti da un problema più grande: Maya, vittima di una febbre dalle origini misteriose, perde completamente il controllo molecolare di sé stessa, mutandosi in un essere mostruoso spinto a salire su un'Aquila per tornare sul distrutto pianeta Psycon. Alan e Helena fanno di tutto per fermare la creatura, senza successo. L'essere, a bordo di un'astronave, non si ferma davanti a nulla e quando Carter fa rientrare la rampa nell'hangar decolla ugualmente, provocando un gigantesco disastro nel ricovero Aquile. Estratto dalle fiamme, il mostro passa attraverso una serie di altre metamorfosi, riuscendo a liberarsi e addirittura a fuggire sulla superficie esterna lunare, seguito da un moonbuggy con Alan e Helena.
Nel frattempo l'Aquila del comandante attracca la nave aliena, ormai deserta. Qui i due naufraghi scoprono una registrazione del defunto capitano Duro, dell'incrociatore Menon, che narra dell'avvenuto disastro sulla nave, proprio nel momento in cui si stava per approntare un sistema artificiale di controllo della deformazione spaziale. Trovato a bordo un congegno ancora funzionante e collegatolo al computer di bordo dell'Aquila, i due tentano di attraversare nuovamente il gorgo cosmico per tornare al punto di partenza. Sulla Luna, intanto, la creatura in cui si è trasformata Maya è ancora in fuga, presto raggiunta da Carter, che riesce a metterla fuori combattimento dopo strenua lotta. Helena interviene per salvare l'astronauta da una perdita di ossigeno poi entrambi ricoverano Maya, cercando di farla tornare alla normalità. 
Quando l'Aquila di Koenig e Tony, dopo aver attraversato la deformazione, riappare nel cielo di Alpha sana e salva, la febbre misteriosa abbandona Maya, che si ristabilisce completamente.

Critica:

Si tratta indubbiamente di uno degli episodi più “folli” della seconda stagione, ma stavolta proprio per questo anche gradevole, con un divertimento che comunque nasce dalla voluta esagerazione delle situazioni, dal ritmo sostenuto e dai continui cambi di ambientazione. Ad una parte più controllata e “tranquilla” con i naufraghi Alphani a bordo del relitto alieno si contrappone la frenetica caccia al mostro su Alpha, con il continuo gioco di metamorfosi dell’inarrestabile Maya, che inizia con un efficace grido di lei e l’immagine della creatura aliena che si forma repentinamente nei suoi occhi (rarissimo vero momento di relativo shock del nuovo format, con un mostro finalmente non troppo baracconesco). 
L’episodio è decisamente spettacolare, mettendo in gioco gli interni del relitto alieno (essenziali, con palese recupero di ambientazioni già viste), una lunga e ben fatta sequenza negli hangar delle Aquile, che finiscono in preda alle fiamme dopo il decollo a rampe chiuse di un’astronave che si rovescia clamorosamente, il concitato carosello di mutazioni al centro medico e infine l’inseguimento sul suolo lunare, con il nuovo mostro che è una variante di quello visto in La nuvola. L’esasperazione degli elementi che pur fanno la diversità tra le due serie di Spazio: 1999 si traduce qui in un divertimento disimpegnato, che si contrappone alla noiosità di molti degli altri episodi, pedestremente realizzati. Da notare come l’inseguimento all’esterno di Alpha e la cattura del mostro (con tanto di casco di Alan che si spalanca completamente nella colluttazione) avvenga, pur nel ralenti, in modo veloce e concitato, mentre subito dopo il salvataggio di Alan da parte di Helena sia girato in maniera fastidiosamente lenta. 
La sceneggiatura della puntata è nuovamente di Fred Freiberger sotto pseudonimo (dopo Luton e La nuvola), cosa che non ci risparmia un penoso finale con battutine idiote (“Non è accaduto assolutamente nulla qui”, dice Helena giuliva al comandante, quando un intero hangar e almeno tre Aquile stanno ancora bruciando).

Curiosità:

In questo episodio le trasformazioni di Maya la fanno decisamente da padrone: almeno due di queste però sono curiose. Quella nel mostro de La Nuvola, che però non è una creatura vivente ma solo un robot (e Maya può trasformarsi solo in creature viventi delle quali conosce la struttura molecolare) e quella in uno Psyconiano adulto, maschio. A leggere la sceneggiatura quest'ultimo dovrebbe essere nientemeno che Mentor, il padre di Maya. L'attore Brian Blessed non era però disponibile per riprendere i panni di Mentor, e allora è stata usata una comparsa cui è stato consegnato un costume che sarà anche quello di Dorzak, nell'omonimo episodio. 


Forse non tutti sanno che...

E' fatta obiettivamente molto bene la scena del rogo delle aquile nell'hangar, sicuramente l'effetto speciale migliore di tutta la serie di Spazio: 1999.
In uno dei combattimenti di questo episodio, presso il centro medico, Maya (trasformata) fa volare uno stuntman, il malcapitato Tim Condren. Questi era così preoccupato dall'evitare il basso soffitto da atterrare rovinosamente prima del materasso, rompendosi due denti e una clavicola.
Vediamo per la prima volta un ascensore sulla base Alpha in perfetto stile Star Trek: si rivedrà anche in Tora.
Lo schermo in cui appare il Capitano Duro si era visto in Le Crisalidi mentre le apparecchiature a tronco di cono sono quelle di Taybor. Il sistema dei dischetti registrati apparirà anche in Il Lampo che uccide e la nave Menon è una versione rivisitata dell'astronave vista in Archanon.
Space: 1899 è la parodia di 3'30" di questo episodio, opera di Gareth Randall. In bianco e nero, muto e con cartelli di titoli in stile comiche, è incluso del DVD-documentario prodotto da Fanderson nel 2004.



Foto di scena per Martin Landau sul set dell'astronave del Capitano Duro!


Dati statistici:

Cronologia: l'episodio si svolge 1807 giorni dopo l'abbandono dell'orbita terrestre, ovvero il 24 Agosto 2004.
Popolazione di Alpha: nell'episodio non viene fornito nessun dato utile a stimare la popolazione della base.
Alphani deceduti: nessuno.
Aquile distrutte: 1 certamente, altre 2 almeno di certo pesantemente danneggiate nel rogo dell'hangar.
Le trasformazioni di Maya: come già detto, in questo episodio Maya si trasforma in un uomo del suo pianeta e in un paio di creature spaziali.
Pianeti ed alieni: non si vede alcun pianeta, ma facciamo la conoscenza del capitano Duro della Menon, nave di ricognizione dell'astronave madre Admenon.

Musiche composte per l'episodio:

Nessuna nuova musica è stata composta per questo episodio.

Un Blooper per tutti...

Durante la scena dell'inseguimento di Maya sulla superficie lunare con un moonbuggy, Carter tenta di distrarre il mostro dal dottor Russell e viene sbalzato via. La visiera del casco si spalanca completamente: curiosamente, la sceneggiatura originale prevedeva proprio che il visore si aprisse! Ma come pensava Freiberger che fosse credibile il fatto che Carter non muoia istantaneamente?
Molti altri blooper su questo episodio cliccando qui!



Un'aquila agganciata alla nave del Capitano Duro......e il Capitano Duro in persona, dall'inconfondibile casco/scolapasta!!!


Episodio PrecedenteEpisodio Successivo