Trama:
Da
Ultima Thule, mondo coperto da ghiacci perenni, giunge per Alpha
l’invito, unito anche da un severo monito di tutt’altro avviso, a
scendere nelle brume del pianeta. Un’Aquila da ricognizione tenta
l’atterraggio ma il gruppo si perde in una bufera: Koenig, Bergman e
Helena vengono salvati dagli uomini della Missione Uranus, naufragati
anni prima sul pianeta, mentre Carter riesce a tornare sulla Luna con
l’astronave.
I superstiti terrestri, guidati dal dottor Cabot Rowland, affascinano gli
Alphani decantando le peculiarità del pianeta di ghiaccio, il luogo dove
la vita è eterna (tutti hanno più di ottocento anni, secondo il computo
locale) e una gigantesca astronave si sta allestendo per avventurarsi
nuovamente nello spazio come semidei. Se Bergman e Helena sono
favorevolmente colpiti dalla previsione futura, Koenig dà piuttosto retta
all’ex colonnello Jack Tanner, ora un apparente disabile mentale in realtà molto più brillante di chiunque altro, che gli mostra il prezzo
dell’immortalità: osceni esperimenti condotti da Rowland su molti
uomini dell’equipaggio, ridotti a vacui zombie semoventi, in una inutile
parvenza di vita vegetale.
L’arrivo di Carter e Mathias crea una situazione di stallo tra chi
vorrebbe fuggire da Ultima Thule e molti Alphani che invece vorrebbero
trasferirvisi. Per comporre la disputa, Rowland e Koenig optano per una
scelta democratica: sarà la maggioranza a decidere il proprio futuro.
Rowland accetta di recarsi su Alpha per illustrare il suo punto di vista,
Koenig prende invece le parti di coloro che vogliono restare, ormai già
avanti sulla strada della comprensione del terribile segreto di Ultima
Thule, cripticamente rivelato da Jack Tanner. Sull’Aquila, Rowland si
decompone orrendamente in pochi secondi: ciò che ha scambiato per
immortalità non è che la preservazione del corpo strettamente legata
all’ecoambiente del pianeta.
Nell’ultima trasmissione d’addio tra le due comunità terrestri,
Tanner annuncia di aver preso il comando dei superstiti e di dirigere le
ricerche di Rowland al recupero dei catatonici.
Critica:
Godibilissimo
episodio, impreziosito dalla partecipazione straordinaria di due ottimi
attori come Brian Blessed e John Shrapnel e dall’uso delle accattivanti
scenografie delle caverne di ghiaccio in cui si inseriscono i pannelli
tecnologici derivanti dal recupero dell’astronave naufragata (molto
simili a quelli Alphani). Un set intrigante, poi ripreso dopo un totale restyling
per l’episodio Circolo chiuso. Migliore in campo il sedicente
“buffone” di corte interpretato con vigore, ironia e follia da uno
spiritato Shrapnel, capace di esaltazioni shakespeariane, improvvisi
scoppi di pazzia e profonde riflessioni tutt’altro che banali.
La trama portante del film, inserita nella vincente ed algida
ambientazione, deve molto ad una pellicola di fantascienza del 1974 che già
aveva fatto parlare di sé, “Zardoz” di John Boorman, da cui rileva il
concetto di vita eterna conquistabile solo ad altissimo prezzo e comunque
minata dalla stagnazione spirituale. In particolare sono
impressionantemente simili le sequenze del tempio dei venerati, dove si
aggirano i vegetali umani, indifferenti a tutto ciò che li circonda, né
vivi né morti, a quelle della cascina in cui viene condotto il barbaro
Zed in “Zardoz”. In effetti i due sceneggiatori della puntata,
Terpiloff e Barrows, sembrano essersi addentrati nella trama del film di
Boorman molto più del semplice omaggio, tenuto conto anche del fatto che
“Zardoz” era appena uscito nei cinema, facendo come tema principale
della puntata l’impossibilità da parte dell’uomo di avere la meglio
sulle leggi della natura.
Ciononostante l’episodio è notevole in linea generale, gradevole alla
vista, spettacolare, non privo dell’ormai caratteristica punta horror
nel finale, l’inaspettata e sconvolgente metamorfosi di Rowland, quasi
una versione fantascientifica del noto “caso di Mister Valdemar” di
Edgar Allan Poe, che felicemente si avvicina all’influenza lovecraftiana
di diversi episodi futuri del serial.
Rimane a tutti gli appassionati il dubbio di come su Alpha possano essere
presenti splendide tute da sci azzurre, sfoggiate per l’unica volta in
questa puntata…
Curiosità:
Dice Keith Wilson: ho
letteralmente riempito il set di spazzatura! Sono andato un po' in giro
per gli studi di Pinewood, raccogliendo oggetti dalle forme più strane.
Poi li abbiamo coperti di schiuma, per far perdere la ruvidezza e dar loro
l'aspetto di forme ghiacciate.
Per creare la neve abbiamo usato la formaldeide, che però lasciò una
puzza terribile! Non appena il set fu pronto, Gerry Anderson accompagnò
Martin e Barbara a vederlo, ma l'odore arrivò a far loro lacrimare gli
occhi. Dovevamo girare, e questo mandò tutti nel panico!
In realtà era ridicolo, perché una volta che ti ci eri abituato l'odore
non si sentiva praticamente più, c'erano uomini che lavoravano al set che
stavano lì seduti tranquillamente a mangiare i loro panini e dicevano
"quale odore?". Fu chiamato addirittura l'ispettore sanitario,
che sentenziò che l'atmosfera era respirabile. Ma i coniugi Landau erano
ancora preoccupati, così Gerry chiamò un eminente specialista di Harley
Street, ed anche lui disse che andava tutto bene... Si andò avanti così
per un bel po', ci volle molta pazienza e forza di persuasione per
completare l'episodio...
E quel gruppo di operai era sempre lì, a mangiare panini e a chiedere:
"ma quale odore?"
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