In questa sezione ho raccolto alcune FAQ,
ovvero le risposte date alle domande più comuni dei fan,
che ho raccolto nelle mie ultime peregrinazioni in rete o che ho creato in risposta ai vostri dubbi...

 

 

 

 

 

 

 

Una celebre immagine de "Il pianeta incantato"!Come fu che la RAI si trovò coinvolta nella co-produzione di Spazio 1999?

Nel 1974 scoppiò quella che passerà alla storia come "la crisi petrolifera": in pratica, i paesi arabi decuplicarono il prezzo del petrolio, mettendo così in ginocchio le economie occidentali fino all'inizio degli anni '80. Tra le prime conseguenze, vi fu il razionamento della benzina e dell'energia elettrica, per ridurre al massimo i costi e non far esplodere l'inflazione.

Chiaramente la produzione di Spazio 1999 si trovò colpita in pieno da questi provvedimenti: a Pinewood venne razionata l'elettricità, pertanto, per continuare le riprese, si dovette andare avanti con generatori autonomi di corrente elettrica: tradotto in soldoni, ciò significò un aumento delle spese insostenibile.

Nella primavera del 1974 il responsabile della ITC, sir Lewis Grade, comprese che non si sarebbe potuto andare avanti così troppo a lungo: facendo due conti, le riprese erano appena iniziate, la produzione era già oberata di problemi organizzativi, e pertanto il razionamento elettrico rischiava di essere il colpo di grazia se non si trovava una iniezione di denaro fresco supplementare.

Ma dove trovarlo? Nell'ambiente era risaputo che c'erano dei potenziali finanziatori interessati a quello che sembra essere "lo spettacolo di fantascienza più straordinario che si sia mai visto". Tra questi, sembrava particolarmente interessata la televisione di stato italiana, la RAI.

La RAI, nei primi anni '70 , era molto interessata a stringere alleanze con produttori esteri, per poter offrire ai propri spettatori produzioni di ampio respiro, nonché per togliersi di dosso l'etichetta di "provincialismo" che molte volte l'affliggeva.

Chiaramente Lewis Grade si trovava con il problema di riuscire ad essere convincente: dal momento che servivano tanti, ma proprio tanti soldi per evitare la bancarotta, bisognava saper offrire agli italiani un qualcosa di veramente superbo. Quale miglior occasione di quella di invitare i delegati RAI direttamente sul set?

Il furbissimo Grade, sapendo anche di quanto fossero "provinciali" gli italiani, e consapevole allo stesso tempo che Spazio 1999 era un qualcosa di mai visto prima d'allora, telefonò nel maggio 1974 ai dignitari RAI chiedendo di venire a fare una visita sul set " ...senza far complimenti, veramente non è il caso, fate un salto per vedere a cosa stiamo lavorando, così potete farvi un'idea sulla qualità dei nostri lavori e decidere se volete partecipare alla produzione".

Nel maggio 1974, si stava girando "Il pianeta incantato"... che combinazione, uno degli episodi più spettacolari dell'intera serie! E così, i funzionari RAI arrivano a Pinewood "...tanto per dare un'occhiata..." e si ritrovano catapultati sul set. E cosa vedono? La Main Mission! Le Aquile! Gli alloggi e i corridoi! Le divise di Spazio1999! Il pianeta Piri, con i globi di polistirolo dappertutto!
Rimasero letteralmente a bocca aperta. Chi aveva mai visto cose del genere, all'epoca????????

Narra la leggenda, e pare che la cosa sia stata confermata dallo stesso Grade, che i funzionari RAI rimasero talmente sconvolti da quello che videro che la sera stessa il contratto era praticamente firmato! La RAI si impegnava a diventare coproduttrice di Spazio1999 in cambio di un robusto finanziamento (circa un terzo del budget) che avrebbe permesso alla produzione di arrivare alla fine senza troppi patemi d'animo.

Come diretta conseguenza del coinvolgimento della RAI, "Spazio 1999" avrebbe dovuto avere due personaggi fissi italiani: L'operatrice della Sala Comando Sandra Sabatini e soprattutto il pilota Alfonso Catani. Sylvia Anderson, accompagnata dal direttore casting Michael Barnes, si recò in Italia per incontrare attori per la parte di Catani. Dopo alcuni giorni infruttuosi, proprio quando stava per tornare a Londra, la Anderson si imbatté nella hall dell'albergo in un giovane molto attraente che sembrava perfetto per la parte. Si trattava di Giancarlo Prete, l'ultimo attore convocato. Prete si offrì di accompagnarli personalmente all'aeroporto se prima fossero passati nel teatro romano in cui lavorava per vederlo recitare. 

Tornata in Inghilterra la Anderson convocò l'attore, insieme ad altri colleghi italiani, per dei test filmati con Martin Landau. Landau non era stato informato dell'intenzione dei produttori di introdurre un personaggio più giovane ed energico da affiancare a Koenig e reagì furiosamente. L'attore americano temeva che Catani potesse in qualche modo oscurare il personaggio di Koenig. Alcuni degli attori convocati si sentirono intimiditi da Landau durante i provini. Sylvia Anderson riuscì infine a convincere Landau della necessità di introdurre un personaggio secondario come Catani. Prete si aggiudicò il ruolo, ma non poté recedere da un contratto precedentemente firmato in Italia per il ruolo di Tommy nel classico del genere 'poliziesco' "Il cittadino si ribella" (1974) di Enzo G. Castellari e dovette rinunciare alla parte. I disperati tentativi dell'ultim'ora di trovare un attore inglese che potesse passare per italiano fallirono miseramente. Alla fine i ruoli di Catani e della Sabatini furono modificati e diventarono l'australiano Alan Carter e Sandra Benes. 

Le trattative con la RAI si protrassero fino a sei mesi dopo l'inizio delle riprese. Alla fine i soldi italiani arrivarono e con essi quattro attori italiani scelti come guest star. Giancarlo Prete fu il primo (Dan Mateo in "Fantasma su Alpha"). Seguirono Carla Romanelli (Melita in "Il cervello spaziale"), Gianni Garko (Tony Cellini in "Il dominio del drago") e infine Orso Maria Guerrini (Luke Ferro in "Il testamento degli Arkadi"). 

Giancarlo Prete è morto prematuramente a 58 anni il 9 marzo del 2001. Dopo gli inizi come stuntman negli anni '60, Prete ha recitato tra l'altro nell'"Odissea" televisiva del 1968, nei film "La califfa" di Bevilacqua, e "Confessioni di un commissario" di Damiani. In televisione ha partecipato a due edizioni di "La piovra", alle due serie di "Ricominciare" e a "Incantesimo". Come direttore del doppiaggio ha lavorato a varie serie TV tra cui "Star Trek DS9" e "Star Trek Voyager".


Il cartello che apriva ogni puntata...Come nacque l'edizione italiana di Spazio 1999?

In cambio della sua partecipazione a finanziare la prima stagione dello show, la RAI ottenne tra l'altro, i diritti illimitati di trasmissione sul proprio territorio nazionale. La nascita dell'edizione italiana di Spazio 1999 consistette in due fasi distinte: il doppiaggio dei dialoghi e la creazione dei titoli e dei credits tradotti nella nostra lingua.

La ITC fornì alla RAI le copie su pellicola 16mm dei ventiquattro episodi della prima stagione comprensive di audio originale inglese a banda ottica, insieme agli spezzoni in versione textless (cioè privi di scritte) delle sequenze dei titoli di testa e di coda e ai nastri magnetici con le cosiddette "colonne internazionali", ovvero quelle che contengono le musiche e gli effetti sonori, ma sono prive dei dialoghi degli attori.

Il doppiaggio della prima stagione, inizialmente assegnato a un'altra società, venne infine curato dalla S.A.S. (Società Attori Sincronizzatori), gloriosa compagnia di doppiaggio di Roma, sotto la direzione di Alfredo Censi, Anton Giulio Majano e Renzo Palmer. Dopo la traduzione e l’adattamento dei dialoghi da parte di Giorgio Piferi, si procedeva a dividere l'episodio nelle singole scene da doppiare chiamate "anelli". Il doppiaggio vero e proprio veniva eseguito in una sala insonorizzata nella quale, davanti a uno schermo su cui venivano proiettati i vari anelli, Michele Kalamera, Laura Rizzoli e gli altri attori ripetevano le loro battute fino a trovare l'intonazione, il ritmo e il sincronismo migliori.

Terminata la registrazione, tutte le sequenze doppiate venivano assemblate nel giusto ordine, sincronizzate con le immagini e, infine, mixate con la colonna internazionale (quella che conteneva musica ed effetti), ottenendo, così, la traccia audio definitiva della versione italiana, la quale veniva successivamente riversata su una pellicola magnetica perforata da 16mm (che è simile a quella cinematografica, ma ha un rivestimento di materiale magnetico per la registrazione sonora). Il perforato magnetico con il mix italiano venne conservato nei magazzini RAI insieme al filmdell'episodio.

Negli anni settanta la titolazione di un film o di un programma televisivo era ottenuta con procedimenti artigianali: scritte realizzate con tempere e pennelli o con caratteri trasferibili applicati a cartoni neri o a fogli di acetato trasparente, elaborazioni grafiche in bianco e nero basate sulle procedure fotomeccaniche (retrocamere, retini tipografici, stampe al tratto). I titoli venivano poi ripresi con la cinepresa e amalgamati con gli spezzoni textless mediante la truka, un particolare dispositivo costituito da una macchina di proiezione e da una macchina da presa montate l'una di fronte all'altra sullo stesso asse ottico e in grado di realizzare sovrimpressioni, mascherini e dissolvenze. La versione italiana di Spazio 1999 nasceva così, pronta per la sua prima trasmissione alla fine del gennaio 1976.


La storia de "L'ultimo tramonto"Qual'è la storia dell'edizione italiana de L'ultimo Tramonto? Come fu che la RAI ne perse la traccia audio?

Per spiegare la storia della sparizione dell'edizione italiana dell'episodio "L'ultimo Tramonto" è necessaria una breve premessa.
Nella versione originale inglese, la sequenza dei titoli di testa di Spazio 1999 includeva la scritta "This episode" ("Questo episodio") ripetuta due volte a intervallare una serie di scene estrapolate dalla puntata e montate in rapida successione in un'emozionante anteprima. Invece di tradurre la frase in italiano, si decise di sostituire i due cartelli che la contenevano con altrettanti spezzoni di medesima durata (dodici fotogrammi), raffiguranti altre immagini. Per i primi sei episodi, i frammenti sostitutivi consistettero in "istantanee" prese dai telefilm stessi o dalla versione textless della sigla finale. Per i successivi sei furono utilizzate esclusivamente scene spaziali, di nuovo provenienti dalla sigla finale, mentre per gli ultimi dodici (ad eccezione di Mondo Proibito in cui i due cartelli furono semplicemente eliminati), si scelse un'immagine raffigurante il sole di Ariel che tramonta per l'ultima volta dietro alle montagne lunari, tratta da L'ultimo tramonto. Con un lavoro finale di montaggio, gli spezzoni di pellicola con i titoli italiani ottenuti in truka furono inseriti al posto dei corrispondenti inglesi.
È da notare come i titoli italiani di coda subiscano dei cambiamenti dopo il dodicesimo episodio Gli amanti dello spazio. Ad esempio Brian Johnson, il responsabile degli effetti visivi della serie, nei primi dodici episodi è erroneamente accreditato per fantomatici "speciali effetti musicali", mentre negli ultimi dodici la sua qualifica è stata corretta nella più precisa "effetti
speciali". Viene inoltre aggiunto un ulteriore cartello per indicare i nomi dei tre doppiatori principali Michele Kalamera, Laura Rizzoli e Giuseppe Fortis. Queste differenze tra i primi due blocchi da sei+sei episodi e il terzo da dodici lasciano supporre che le loro lavorazioni siano avvenute in tempi diversi.

Si può quindi ipotizzare che, poco dopo essere stata trasmessa per la prima e probabilmente unica volta l'8 Luglio 1976, la pellicola di L'ultimo tramonto (e, insieme a lei, il perforato magnetico contenente il relativo audio, giacché erano conservati abbinati) sia stata mandata al laboratorio fotografico per riprendere l'immagine del tramonto da usare in sostituzione della dicitura "This episode" nella sequenza dei titoli degli ultimi dodici episodi ancora inediti e che, per qualche motivo, non abbia fatto più ritorno nei magazzini della RAI.

Circa 10 anni dopo, nel 1985, i SAFA-Palatino, storici stabilimenti cinematografici di Roma oggi sede del Centro Produzione TV di Mediaset, chiusero i battenti in seguito al fallimento della Gaumont Italia e parte dei materiali custoditi nei propri magazzini fu messo in vendita. Un collezionista di Terni, Filippo Bussi, acquistò un certo numero di pellicole e nastri, tra in quali c'era anche la 16mm perduta de L'ultimo tramonto, accompagnata dal prezioso magnetico con la colonna sonora italiana. La pellicola e la traccia audio separata vennero catalogate, insieme a tutto il resto del materiale acquisito e divennero parte della raccolta privata di Bussi.

Non è chiaro il motivo per cui L'ultimo tramonto si trovasse nei magazzini della SAFA-Palatino. È possibile che le titolazioni italiane della serie siano state realizzate nel laboratorio fotografico interno agli studi, ma non ci sono informazioni certe al riguardo.

Ignaro di possedere l'unica copia esistente, Filippo Bussi conservò i materiali de L'ultimo tramonto nel suo magazzino per oltre vent'anni, durante i quali la RAI replicò la serie, ormai incompleta, per ben otto volte, e grazie alla Passworld uscirono anche i DVD ufficiali di Spazio 1999 per l'Italia dove per L'ultimo tramonto venne usata, in luogo di quella originale, una colonna sonora italiana di fortuna che un fan aveva registrato amatorialmente su nastro durante la prima e probabilmente unica trasmissione televisiva dell'episodio del 1976. Tra i tanti appassionati che comprarono i cofanetti dei DVD ci fu anche lo stesso Bussi. Leggendo il cartello che appare all'inizio dell'episodio in cui si spiega che l'audio italiano è andato perduto e che quella contenuta nel DVD è una registrazione amatoriale di fortuna, Bussi realizzò per la prima volta che il materiale di cui era venuto in possesso nel 1985 era proprio l'originale: l'unico master audio italiano esistente di quell'episodio.

Poco prima del Natale 2006, Filippo Bussi si mise quindi in contatto con la Passworld per informarli che aveva il sonoro mancante e facendo loro una proposta economica per la fornitura della traccia audio dell'episodio. Il tecnico del suono offrì anche i suoi servizi per un restauro audio a regola d'arte di tutti gli episodi della serie. Al momento, la Passworld non ha ancora preso una decisione definitiva al riguardo e la traccia ritrovata non è stata, al momento, ancora inserita in alcun DVD ufficiale uscito in Italia.

Ulteriori dettagli sulla storia de L'ultimo tramonto sono disponibili qui!


La prima scena girata di Spazio 1999!!!Qual'è la prima scena in assoluto girata per Spazio 1999?

La prima scena girata del nostro telefilm preferito risale addirittura al 12 novembre 1973, più di due anni prima della messa in onda del nostro paese (ad essere rigorosi le prime prove filmate per gli effetti speciali risalgono al 5 novembre). Come probabilmente si saprà, le scene di un film o di un telefilm non vengono quasi mai girate nello stesso ordine in cui poi le vediamo a valle del montaggio. Può capitare benissimo, infatti, che si possa girare per ultima la scena iniziale!

Spazio 1999 non fa eccezione in questo senso: la primissima scena girata, il fatidico 12 novembre 1973, ovviamente relativa all’episodio "Separazione" è quella relativa ai due astronauti Sparkman e Warren morenti, immersi nelle luce blu delle stanze di isolamento del centro medico. I due attori utilizzati erano comparse, di loro sono ignoti anche i nomi.

La genesi di "Separazione" fu travagliatissima, in quanto inizialmente si prevedeva di girare tutti gli episodi agli Elstree Studios, i quali chiusero, manco a farlo apposta, 5 giorni dopo l’inizio delle riprese. Tutti i set dovettero essere smontati, trasferiti e rimontati ai Pinewood Studios, con quali conseguenze è facile immaginare. Ma questa è già un’altra storia...


Il cast della prima stagione!Come fu scritturato il cast di Spazio: 1999?

La produttrice Sylvia Anderson non voleva Martin Landau e Barbara Bain per i ruoli di Koenig e della Russell. Avrebbe preferito Robert Culp, l'attore americano protagonista insieme a Bill Cosby della serie "Le spie" (1965-68) e Katharine Ross, resa famosa dal ruolo di Elaine Robinson nel film "Il laureato" (1967). In particolare, Sylvia era convinta che Culp avrebbe portato una certa vulnerabilità e un lato oscuro che avrebbero giovato immensamente al personaggio di Koenig. 

Durante la fase di casting i coniugi Anderson organizzarono un incontro con Robert Culp a Los Angeles. L'attore fece un'ottima impressione ma pretese di contribuire alla serie anche come sceneggiatore e regista. Il produttore Lew Grade preferì i Landau, convinto che la loro popolarità, derivante dalla serie "Missione impossibile" (1966-1973), avrebbe favorito la prevendita della serie negli USA. Sylvia Anderson rimase molto colpita dalla meticolosità con cui Martin Landau e Barbara Bain affrontavano il loro lavoro, arrivando a scrivere una biografia dettagliata dei loro personaggi per meglio interpretarne la parte. Durante la produzione spesso si attardavano a fine giornata nell'ufficio di Gerry Anderson per discutere con gli sceneggiatori di una certa battuta o del comportamento dei loro personaggi in una determinata situazione.

L'attore inglese Barry Morse ("Il fuggiasco") accettò d'interpretare il ruolo del professor Victor Bergman, malgrado all'inizio delle riprese ci fosse solo una sceneggiatura! Paul Morrow, secondo in comando sulla Base Alpha, è interpretato invece dall'attore scozzese Prentis Hancock. Hancock ottenne la parte senza sottoporsi a un provino. Fu il quarto membro del cast a essere reclutato per "Spazio 1999". Il suo personaggio inizialmente si chiamava Vorkonen ed era un russo.

Il capitano Alan Carter è interpretato dall’attore australiano Nick Tate. In origine il capo della sezione Aquile doveva essere italiano e chiamarsi Alfonso Catani. Il regista di "Separazione", Lee H. Katzin, convinse Tate, cui era già stato offerto il ruolo di Eddie Collins, a presentarsi per il provino. Il suo accento italiano era pessimo, ma l’audizione colpì nel segno. Si decise che Tate avrebbe parlato col suo accento australiano e il personaggio si sarebbe chiamato Alan Carter. Nel 1973 a Tate era stato offerto un ruolo anche in un'altra serie intitolata "United!" e ambientata nel mondo del calcio. Fortunatamente, Nick optò per "Spazio 1999".

L'analista dati Sandra Benes ha il dolce volto di Zienia Merton, attrice di origini anglobirmane. Il suo personaggio doveva chiamarsi Sandra Sabatini ma, dopo che un viaggio a Roma della produttrice Sylvia Anderson alla ricerca di un'attrice italiana si era rivelato infruttuoso, diedero la parte alla Merton. Il regista le disse di adottare un generico accento mitteleuropeo e la chiamò Benes, dal nome della sua rosticceria preferita di Los Angeles.

Il dottor Bob Mathias è interpretato dall'attore giamaicano Anton Phillips. Sua moglie appare in alcuni episodi nel ruolo di un'infermiera. Originariamente il personaggio di Mathias avrebbe dovuto essere un medico giapponese, il dottor Fujita. In effetti un tecnico delle comunicazioni chiamato Toshiro Fujita (Vincent Wong) appare nell’episodio “Sole nero”. Forse si tratta di un parente!


Il produttore della seconda stagione: Fred FreibergerPerché la seconda stagione di Spazio 1999 è così diversa dalla prima?

Il motivo è probabilmente da ricercarsi nella persona di Fred Freiberger, un nuovo produttore che si affiancò agli Anderson all'inizio della seconda stagione.

La prima stagione non fu infatti un successo immediato, all'epoca. I denigratori ritenevano gli episodi troppo cerebrali, noiosi e con poca azione. Per correre ai ripari gli Anderson chiamarono Fred Freiberger, un produttore americano che aveva da poco finito di affossare definitivamente la serie classica di Star Trek, cosa che vi assicuro che migliaia di fan in tutto il mondo (ed io per primo) non gli hanno ancora perdonato. Fred (che in America è noto come serial-killer, ovvero il killer dei serial) pensò bene di eliminare alcuni personaggi della prima serie (tra cui Victor, la cui figura riteneva probabilmente troppo paterna), introducendone di nuovi. Le storie si fecero decisamente più semplici, l'azione e l'umorismo della serie aumentò (questo lo dice lui!!!) e la relazione (fino ad allora solo accennata tra le righe) di Koenig con la dottoressa Russell si fece palesemente più romantica. Venne introdotto in particolare un nuovo personaggio, Maya (interpretata dall'attrice Catherine Schell, già comparsa nell'episodio della prima stagione "Il pianeta incantato") che aggiunse avventura ed esotismo alla serie, o almeno così avrebbe dovuto fare...

I risultati sono noti. Come prima era successo a Star Trek, neanche Spazio 1999 sopravvisse a tutto questo...

Di recente ho trovato un documento molto interessante, una intervista concessa da Fred Freiberger in persona alla rivista StarLog, e pubblicata nel novembre 1980. Questa intervista parla del lavoro del produttore in Spazio 1999 e risponde a molte delle domande che avrei voluto fargli io. Ho creduto che fosse molto interessante, e quindi l'ho tradotta e la potrete trovare al link qui sotto. Mi piacerebbe sapere che ne pensate...

Clicca qui per la traduzione italiana dell'intervista concessa da Fred Freiberger a StarLog nel Novembre 1980

Click here for the original English version of the Fred Freiberger's interview to StarLog, November 1980


Victor Bergman, Paul Morrow e David Kano!Che fine hanno fatto Victor Bergman, Paul Morrow e David Kano?

In "The making of Space: 1999" (scritto da Tim Heald, pubblicato negli Stati Uniti da Ballantine nel novembre 1976), c'è un accenno ai cambiamenti effettuati nella sceneggiatura di "The metamorph" (Psycon, il primo episodio della seconda stagione). Il personaggio di Tony Anholt non ha ancora il nome definitivo di Tony Verdeschi e viene chiamato "Simon Hays".

Dalle pagg. 104-105:

Per esempio, soltanto nelle pagine blu ci fa riferimento alla scomparsa di Bergman, quando, nella scena 146, Simon dice (tra sé e sé): "Vorrei che Bergman fosse qui"
Sandra (annuendo): "Ma non c'è"
Simon: "Una maledetta tuta spaziale con un elmetto difettoso e Victor doveva proprio esserci dentro"
Sandra (gentilmente): "Non possiamo portarlo indietro, Simon".

Senza queste frasi, l'assenza di Bergman sarebbe assolutamente ingiustificata e, a parte le ovvie domande sulla coerenza e la continuità, ci sarebbero state innumerevoli lettere dei fan per chiedere cosa diavolo gli fosse successo. Lettere che comunque ci sono state lo stesso... :)

(Se vi state chiedendo cosa diavolo siano le pagine blu: quando gli sceneggiatori fanno dei cambiamenti ad una storia all'ultimo momento, li scrivono su carta blu, in modo da facilitare gli attori che cercano i cambiamenti. Ovviamente, ci possono essere delle variazioni anche sulle variazioni,  prova ne è che queste battute sono state eliminate.  Effettivamente avrebbero dovuto lasciarle e, già che c'erano, spiegare anche che fine avevano fatto Paul Morrow e Kano...).

Nel libro "The metamorph", la fine di Bergman e soci viene spiegata in un altro modo:

"Purtroppo l'attraversamento del corridoio cosmico non era avvenuto senza conseguenze letali. L'anziano professor Bergman, la cui vita era sostenuta da una valvola elettronica impiantata nel cuore, non aveva retto alla spaventosa pressione ed era morto. La stessa sorte era toccata a David Kano, il nigeriano addetto al computer centrale, a cui una valvola simile era stata impiantata nel cervello. Tra le numerose vittime era stato anche il vicecomandante della base, Paul Morrow, fulminato dall'esplosione della sua mensola di controllo..."

E questa almeno parla anche di Paul e David. Anche in rete si trovano spiegazioni più o meno fantasiose. Marc Martin, un fan americano, ha immaginato la storia che ha portato alla scomparsa dei tre personaggi, e l'ha raccontata sotto forma di una comunicazione del comandante Koenig agli Alfani:

X5 COMPUTER UPLOAD -- DECLASSIFIED

Amici Alfani,

Ho notato che c'è stata qualche controversia riguardante la sorte di Victor Bergman, Paul Morrow e David Kano. Visto che le voci stanno diventando sempre più incontrollate, ho sentito il bisogno di mettere per iscritto le mie ipotesi.

Quando Alpha lasciò il sistema di Arkadia, Paul scoprì una segnale acustico di soccorso. Era originato dalla cintura di asteroidi attorno al sistema di Arkadia e, quando i sensori indicarono la presenza di un grande oggetto metallico fra le rocce vaganti nello spazio, Victor volle investigare. Kano, che si interessò immediatamente della cosa, volle essere della partita per fornire qualunque analisi computerizzata potesse essere necessaria e si offrì volontario per la missione. Visto che Alan Carter era al momento non disponibile (si era rotto una gamba cadendo da un ponte di manutenzione dell'Aquila), Paul si offrì come pilota, insieme ad altri due tecnici che furono anch'essi assegnati alla missione.

Dato che Alpha si stava allontanando dalla sorgente del segnale, l'Aquila aveva una finestra di lancio abbastanza ridotta per poter raggiungere il posto, investigare e tornare indietro. Venne scoperto il relitto di un'astronave, ma molto mal ridotto, non più adatto per la navigazione e nessun segno di vita. Così l'equipaggio dell'Aquila si preparò a tornare su Alpha.

Quando erano era ancora all'interno della fascia di asteroidi, una meteora colpi l'aquila, mettendo fuori uso gran parte dei sistemi principali della nave. Paul segnalò via radio che non c'era modo per l'aquila di raggiungere la velocità necessaria a raggiungere Alpha usando i motori ausiliari, e ormai era stato passato il punto di non ritorno per qualunque missione di soccorso. Se fosse stata mandata un'aquila a riprenderli non avrebbe più fatto a tempo a tornare su Alpha che ormai era lontana.

L'ultimo messaggio ricevuto su Alpha fu di Victor, tre giorni dopo, che informava che i razzi erano stati riparati in qualche modo. Il collegamento si fece difficile perché Alpha si stava allontanando uscendo dal raggio di comunicazione, ma si capì che Victor affermava che sarebbero tornati su Arkadia. Secondo i computer di Alpha, avevano solo il trenta per cento di possibilità di farcela.

Spero che questo metta fine alla discussione. Le voci di un incidente di volo o di una tuta difettosa che avrebbe ucciso Victor sono circolate per anni, e penso che tutti voi doveste conoscere la verità. La tragedia mi ha fatto ripensare agli estremi pericoli che fronteggiamo ogni giorno, ai quali ormai sembriamo esserci abituati. Qualche giorno dopo, dichiarai chiusa la missione, e trasferii i comandi di Alpha al Centro di Comando, protetto molto meglio. Tony Verdeschi, un amico di Paul della sezione sicurezza, fu promosso alla posizione di Controllore di Volo. Tanya Alexandria, che a mio parere assomiglia un po' a Greta Garbo, fu trasferita alla sezione computer come Specialista di Programmazione.

Spero che ora sia tutto chiaro. Tutti i dettagli sono disponibili, per chi sia interessato, sul computer principale.

                                                                                                                       John Koenig
                                                                                                       Comandante, Base Lunare Alpha

Una spiegazione è buona come un'altra, voi quale preferite?

Victor Bergman, Paul Morrow e David Kano sono comunque solo i nomi più eclatanti a non comparire nella seconda stagione, ma ce ne sono anche altri, meno noti. Un'altra "vittima" è stata Tanya Alexandria, interpretata dall’attrice tedesca Suzanne Roquette. Tanya compare in ben 20 episodi della prima serie di Spazio 1999, ma in nessuno della seconda. Lo stesso dottor Bob Mathias, interpretato da Anton Phillips, tornerà nei primi due episodi della seconda stagione per poi scomparire misteriosamente. 


Benjamin Ouma parla con il comandante Koenig in "Separazione"!Che fine ha fatto Benjamin Ouma? Perché è stato sostituito da Kano?

Una delle prime domande che si pongono i fan di Spazio1999 è: ma chi è quel tizio che sta al posto di Kano nel primo episodio? In realtà "quel tizio" sarebbe dovuto essere sempre al posto di Kano, e solo per una serie di circostanze fu rimpiazzato subito dopo il primo episodio. L’attore nero Lon Satton era stato scritturato, come tutti gli altri del resto (Prentis Hancock, Nick Tate, eccetera), circa due settimane prima dell’inizio delle riprese, nell’ottobre 1973, per interpretare il ruolo dell’addetto al calcolatore Benjamin Ouma. Tuttavia durante le riprese sorsero problemi, in quanto Lon Satton si lamentava continuamente del trattamento ricevuto, della paga insufficiente, e ben presto si attirò la diffidenza da parte della produzione. Oltre a ciò, si deve aggiungere che un giorno arrivò ad avere un diverbio con gli altri attori e con il regista, per motivi non meglio specificati, e tanto bastò per convincere i responsabili che non si poteva andare avanti con un tipo così per tutti e ventiquattro gli episodi previsti.

Pertanto venne licenziato al termine dell’episodio (non che abbia avuto un gran ruolo, comunque) e il suo posto venne preso da Clifton Jones, alias David Kano, selezionato in fretta e furia e già presente nell’episodio immediatamente successivo, "Questione di vita o di morte".... 


Un esempio di alcune divise e costumi usati per Spazio 1999!Chi disegnò le divise di Spazio 1999? E perché cambiarono dalla prima alla seconda stagione?

Nell’estate del 1973, la produzione di Spazio 1999, forte di un appoggio economico all’epoca senza precedenti, commissionò allo stilista-designer di fama mondiale Rudy Gernreich una serie di capi abbigliamento da utilizzarsi per un telefilm a contenuto fantascientifico. Fedele allo spirito dei tempi, Gernreich approntò in breve tempo la linea delle divise così come le conosciamo oggi. Vi è da dire che il design rispecchia fedelmente quello che è il principio ispiratore di gran parte delle produzioni di Gernreich: egli fu il primo a utilizzare cerniere lampo sparse per ogni dove (nella fattispecie sulle maniche), accessori in gomma e plastica (nel nostro caso la cintura in dotazione ad ogni alphano, rivestita in gomma lucida), asimmetrie (una sola manica colorata, una sola zip), ed inserti vari (la striscia di tessuto inserita nei pantaloni lateralmente alla coscia, a mo' di smoking), unite ad un tocco inconfondibilmente anni ’70 come i pantaloni a zampa d’elefante e a vita bassissima e stivaletti per uomo a tacco alto.

Ovvio che una tal combinazione rivoluzionaria non riscosse i favori degli attori, ai quali parve di recitare conciati come pagliacci (fanno fede le lamentele di Barry Morse in proposito), possiamo fare un paragone come se oggi si girasse un telefilm di fantascienza con abbigliamento creato appositamente da Dolce&Gabbana!

E’ interessante notare come all’epoca questo abbigliamento fu considerato troppo esagerato, mentre invece oggi è ricordato come uno splendido esempio di design degli anni ’70, nonché uno dei tratti caratteristici dell’intero telefilm !!!!

Per sottolineare come uno stilista di fama avesse partecipato alla creazione di Spazio 1999, nei titoli di testa fu inserito il titolo “Moon City costumes designed by Rudy Gernreich”. Nella versione italiana, invece questo titolo fu tolto e messo, anonimamente, nei titoli di coda.

Le polemiche feroci tuttavia esplosero più tardi e accompagnarono tutta la lavorazione del telefilm fino alla conclusione della prima stagione: Gernreich, infatti, aveva progettato le divise a misura di fotomodello: fianchi stretti, vita stretta, torace sottile, fisico impeccabile.

E cosa accadde? Accadde che quasi tutti gli attori erano tutt’altro che fotomodelli, e ogni difetto fisico veniva messo impietosamente in evidenza! Non avete l'impressione che i personaggi siano tutti sovrappeso?? Guardate Martin Landau, non si può certo dire che abbia addominali scolpiti, anzi, fa occhiolino una certa pancetta da commendatore! E non parliamo del povero Barry Morse, 57 anni all’epoca delle riprese… In particolare Martin Landau fu quello che più si contrariò, il suo ruolo di comandante tutto d’un pezzo ne risentiva alquanto… a volte sembrava un pensionato a riposo più che un comandante!
Altre proteste vennero dal lato femminile, in quanto l’abbigliamento unisex eliminava qualsiasi traccia di femminilità: niente gonne, e poi i pantaloni a zampa d’elefante coprivano troppo le scarpe… e quell’orrenda cintura di gomma non metteva in risalto i fianchi, eccetera eccetera.

Per cui, con l’inizio della seconda stagione, le cose cambiarono. Fu chiamata la costumista Emma Porteous, con il preciso compito di addolcire l’aspetto estetico senza stravolgere i contenuti - ricordiamo, infatti che le divise rimanevano pur sempre uno dei tratti caratteristici della serie - La Porteous, realisticamente, poté solo introdurre leggere modifiche, come le gonne per le donne, stivali alti anziché scarpe classiche da donna, il collo colorato, una tripla striscia colorata che si interseca all’altezza del cuore, ma soprattutto coprendo le divise mediante l’utilizzo di... giubbotti variamente colorati.

Esatto, quei giubbotti colorati che, retrospettivamente, sono state tra le cose più odiate dai telespettatori e dai fan, in quanto coprivano le divise, sono stati introdotti proprio per coprire, per nascondere le divise!!! Un altro colpo di genio della ditta Anderson-Freiberger… (ricordiamo che nell’estate del 1975, dopo la fine delle riprese della prima stagione di Spazio 1999, Sylvia Anderson aveva divorziato dal marito e se ne era andata per la sua strada).


Il celebre brindisi finale di "Sole Nero"Ho sentito parlare di due diverse versioni dell'episodio "Sole Nero". Che storia è mai questa?

Nel tardo gennaio 1974 iniziarono le riprese di "Sole Nero" per la regia di Lee Katzin, già autore di "Separazione". La produzione, ovvero Gerry Anderson e Abe Mandell, era già abbastanza irritata per lo sforamento dei tempi previsti. La filming schedule di "Sole Nero" era di sole due settimane: l’episodio venne completato dopo 25 giorni, praticamente un mese. Per questo fatto, al termine dell’episodio, Lee Katzin venne gentilmente messo alla porta. Durante la lavorazione, Abe Mandell affermò che questo episodio era assolutamente impossibile da comprendere, pertanto andava "rivisto".
Chissà perché, Sole Nero diventò l’episodio preferito di quasi tutto il cast di attori (e, aggiungo io, di molti telespettatori!)

In seguito, nel 1978, Martin Landau fu invitato ad una riunione di fan nell’Ohio, Stati Uniti. Alla domanda "Quale è il suo episodio preferito?" il comandante Koenig rispose che "....il mio episodio preferito è "Sole Nero", uno dei primi episodi della prima stagione... ricordo che anche Barbara (Bain) era dello stesso avviso, quella era la direzione che tutto lo show avrebbe dovuto prendere... è un episodio dove tutto funzionava alla perfezione... peccato però che quello che avete visto in tv NON E’ L’EPISODIO COSI’ COME LO AVEVAMO GIRATO... alcune persone dissero che era troppo complicato, da rifare..." Dal momento che Spazio 1999 è nel 1978 ancora avvenimento recente, nessuno fa particolarmente caso a queste frasi.

Molti anni dopo, un gruppo di fan riscopre l’intervista qui sopra e rimane perplessa: che significa tutto questo, è stato forse girato un episodio "parallelo" di cui nessuno di noi è a conoscenza? Durante un incontro con Prentis Hancock, alias Paul Morrow, venne domandato se si ricordava qualcosa dell’episodio "Sole Nero". Il buon Prentis rimase un attimo in riflessione (sono ormai passati vent’anni!) poi affermò che tra le altre cose "...dopo che l’episodio era finito ci hanno richiamati per girarlo nuovamente". TOMBOLA!!! Dunque esistono due versioni dell’episodio, o al limite, molte scene sono state tagliate, modificate o aggiunte.

Il gruppo di fan di cui sopra non aveva bisogno di sentirsi dire altro: contattò una persona ben introdotta nell’ambiente chiedendo di fare ricerche negli archivi della ITC per verificare l’esistenza di materiale relativo a Spazio1999 da riportare alla luce. Dopo qualche giorno arrivò una telefonata di risposta: "spiacente, abbiamo fatto ricerche ma non abbiamo trovato nulla..."

Che dire? Ci sono state altre occasioni in cui è saltato fuori "materiale perduto" di Spazio 1999: basti ricordare le mitiche "foto di scena" che sembravano sparite, dissolte. Che fine avevano fatto? Nel 1999 due appassionati canadesi sono riusciti a rintracciare centinaia (dico centinaia) di rullini di foto scattate sul set di Spazio1999: ne ho avute in mano qualcuna e vi dico che mi si è scaldato il cuore nel vedere Alan Carter al posto di guida mentre sorride al fotografo aspettando il ciak, gli alphani sul pianeta Piri mentre ascoltano le direttive del regista, Barbara Bain che si accende una sigaretta mentre il cameraman cambia le lenti alla macchina da presa, gli attori con il copione in mano mentre ripassano le battute, i tecnici del suono che preparano i microfoni dentro l’abitacolo dell’Aquila, eccetera.

Per cui penso che di materiale "sconosciuto" ve ne sia ancora molto... deve solo venir riportato alla luce! Il mio sogno sarebbe quello di poter rinvenire le scene scartate: che so, Carter che sbaglia una battuta, Barbara Bain che manda a quel paese il regista, Paul che inciampa e cade, Koenig e Bergman che cominciano a fare gli spiritosi durante le riprese, cambiando i dialoghi, mettendosi a ridere, muovendosi come marionette tra lo stupore generale degli altri attori. Queste scene esistono!!! Lo ha confermato Barry Morse in persona, al sottoscritto, durante MoonBound One!!!


Il modellino della sonda Ultra!Chi è Martin Bower? E che legame ha con Spazio 1999?

E’ presto detto: Martin Bower è uno dei più straordinari creatori di modelli per effetti speciali in circolazione, e la sua fama è cominciata proprio con Spazio 1999, scoperto dal grande Brian Johnson e subito assunto al suo fianco.

Recentemente, Martin Bower è stato intervistato da un giornalista il quale ad un certo punto ha rivelato di essere un “vecchio fan” di Spazio 1999, e da qui sono scaturite alcune domande “specifiche”... Di seguito riporto l'intervista così come è comparsa in "SFX".

- Allora Martin, facciamo un salto indietro e torniamo a quei giorni….
Avevo sedici anni nel 1968, quando uscì: "2001 Odissea nello spazio", e da quel giorno per me nulla fu come prima: cominciai a pastrocchiare con mille materiali diversi per costruire astronavi, razzi, mezzi di trasporto futuribili… per me costruire modellini era diventata una passione assoluta. Ricordo un razzo Saturn V costruito con penne biro, scatole per uova, vasetti di yogurth, bobine di pellicole superotto, insomma, un qualcosa di molto amatoriale, ma non era poi così malvagio…

- E poi?
E poi un giorno, nel 1974, busso alla porta del Maestro, Brian Johnson, per fargli vedere qualche mia creazione. Avevo 22 anni, volevo guadagnare qualcosa, magari lui avrebbe potuto trovarmi un’occupazione. Sapevo che stava lavorando a una “nuova e spettacolare produzione di fantascienza”… insomma Brian mi riceve, mi ascolta, e poi mi chiede di fargli vedere qualcosa. Io avevo con me in macchina un modello simil-Discovery, l’astronave di 2001, costruito con materiale di recupero. Lo faccio vedere a Brian Johnson, lui se lo guarda da tutte le parti , poi mi fa: “Bene, lei è assunto!”. Rimasi di sasso… In quei giorni si stava lavorando all’episodio chiamato “Fiocco azzurro su Alpha”, e quella astronave simile alla Discovery venne subito utilizzata nelle riprese, è la grande astronave sopra la base Alpha che si vede alla fine dell’episodio! Ricordo ancora quel mostro: era lunga due metri e mezzo e pesava decine di chili…una follia! Sapete quale è la cosa più divertente? Diversi pezzi necessari per la sua costruzione provenivano dal kit in plastica dell’Enterprise di Star Trek, in vendita nei negozi!! Quella stessa astronave, con varie modifiche, è stata comunque ulteriormente utilizzata in altri episodi di Spazio 1999.

- Com’era il clima lì negli studios degli effetti speciali?
Pazzesco, eravamo sempre in emergenza. Ricordo benissimo che addirittura lavoravo la notte per poter avere i modelli pronti il più presto possibile! Soprattutto nella seconda stagione, il ritmo e le condizioni erano impossibili.

- Quante astronavi hai costrutto per Spazio 1999?
Esattamente 86, le ho contate! E molte di esse me le sono conservate, per me sono bei ricordi...

- Il modello di cui vai più fiero?
Credo la sonda Ultra, utilizzata nell’episodio "Il dominio del drago", della prima stagione. La costruii in tre diverse dimensioni, per le diverse esigenze di ripresa, e il risultato finale fu superbo.

- Un episodio sgradevole…
L’episodio "Taybor", della seconda stagione. Dovetti costruire due modellini, un’astronave piramidale e una sorta di cannone spaziale. Il cannone mi fece dannare, ci lavorai le notti, applicando a mano i vari pezzi uno per uno. Il risultato finale era comunque davvero pregevole. Ebbene, giriamo le scene, e poi le portiamo al regista e quindi al montaggio. Alla fine tutte le scene del cannone vengono eliminate. Rimane solo uno spezzone di cinque secondi in cui si vede vagamente qualcosa che assomiglia un cannone! Se l’avessi saputo prima che andava a finire così... Quanto mi sono infuriato quella volta!

- Che opinione complessiva hai di Spazio 1999?
Mah! Da una parte sono grato perché sono mi ha permesso di diventare famoso, dall’altra non dimenticherò le notti in bianco che mi ha fatto passare… comunque avevo vent’anni ed è stato un periodo per me bellissimo.


Il volume su UFO e Spazio 1999 di Chris Drake e la sua versione italiana!C'è un legame tra UFO e Spazio 1999?

La maggior parte delle produzioni di Gerry e Sylvia Anderson durarono al massimo una stagione, a causa del fatto che Lew Grade, il loro finanziatore, era più interessato a produrre nuove serie che a continuare serie vecchie. Così, quando terminò  la produzione dei 26 episodi di UFO nell'autunno del 1970, non c'era proprio l'intenzione di girarne altri. Tanto che Grade chiese agli Anderson di cominciare una nuova serie poliziesca chiamata The Protectors.

UFO andò in onda in Inghilterra appena terminò la produzione dell'ultimo episodio, e le stazioni locali non sapevano come programmarla; si aspettavano da Gerry Anderson una nuova serie per ragazzi, tipo Thunderbirds, ma UFO era sostanzialmente per adulti. Alla fine la serie fu trasmessa agli orari più disparati, alcuni anche a tarda notte, e come è prevedibile questo contribuì ad avere ascolti deludenti (sembra la storia di Star Trek in Italia... :) ).

Per la ITC era molto importante il mercato americano, e UFO fu trasmesso in USA due anni dopo il termine della produzione. Nelle aree di New York e Los Angeles UFO ebbe ottimi ascolti nei primi mesi, tanto che la CBS era intenzionata a chiedere una seconda stagione. Per questo motivo Gerry Anderson e il suo team iniziarono a lavorare a un seguito di UFO, ambientato nell'anno 1999. La ITC di New York voleva che la seconda serie di UFO fosse più grande, migliore e più spettacolare della prima. Gerry Anderson accettò la sfida e ideò una storia in cui gli alieni riescono a far uscire la Luna fuori dall'orbita terrestre, lanciandola con il comandante Straker e tutta Base Luna in un viaggio incredibile nelle profondità dello spazio. Purtroppo però gli ascolti di UFO negli USA cominciarono a calare e il capo della ITC Lew Grade cancellò l'intero progetto. 

Gerry riuscì a convincere Grade che, con alcuni sostanziali cambiamenti, il lavoro fatto poteva essere usato per una serie completamente nuova. "UFO: 1999" divenne "Space Journey: 1999" ('Viaggio spaziale: 1999'). Gerry e Sylvia Anderson scrissero un nuovo episodio pilota, "Zero G". La storia di 30 minuti era incentrata sul comandante Steve Maddox e sugli abitanti di 'Moon City'. Gli alieni riescono ad annullare la gravità della Luna causando la sua uscita dall'orbita terrestre e l'inizio di un incredibile viaggio. Nella speranza di riuscire a vendere la serie ai network americani, la ITC di New York ingaggiò lo scrittore USA George Bellak per assicurarsi storie che fossero adatte al pubblico americano. Le idee di Bellak differivano parecchio da quelle di Anderson e dopo aver riscritto il pilota, Bellak lasciò la produzione. Il consulente per le sceneggiature Christopher Penfold venne affiancato da un altro americano, Edward di Lorenzo e dal poeta irlandese Johnny Byrne. Oltre al loro contributo creativo, Byrne e di Lorenzo dovevano controllare che le sceneggiature avessero tutti i requisiti richiesti. Il format e i personaggi della serie subirono ulteriori cambiamenti: 'Moon City' divenne la Base Alpha e al suo comando fu messo John Robert Koenig. 

La prima serie di Spazio 1999 poté contare su un budget di tre milioni di sterline, in parte finanziate dalla RAI Radio Televisione Italiana. L'episodio "Separazione" andò in onda per la prima volta in Italia sul secondo canale della Rai alle 22 di sabato 31 gennaio 1976. La prima trasmissione assoluta dell'episodio fu quella inglese, il 4 Settembre 1975 alle 19. Cinque giorni dopo "Breakaway" venne trasmesso negli Stati Uniti. In Francia "A la derive" fu trasmesso il 13 Dicembre del 1975, mentre gli spettatori tedeschi dovettero attendere il 7 Agosto del 1977 per assistere alla prima di "Die Katastrophe".


Esplosione nucleare!Come fu possibile, negli anni 70, ottenere effetti speciali così realistici?

Uno dei problemi che fece dannare la produzione, ma ancor di più i tecnici degli effetti speciali (Brian Johnson, Nick Allder, e gli aiutanti, e più tardi anche Martin Bower ) fu l’incredibile difficoltà che venne riscontrata nel filmare le Aquile.

I modellini delle Aquile, costruite in tre differenti grandezze, venivano appese a fili sottilissimi (visibili in alcuni episodi!!!) e opportunamente manovrate, oppure tenute immobili manovrando la telecamera a dare l’illusione dello spostamento (come si vede anche nella videocassetta del “Making of…” di Spazio 1999). Ebbene, sviluppando le prime pellicole ci si accorse che era impossibile ottenere un effetto realistico di movimento, in quanto il movimento delle Aquile risultava scattoso, poco fluido, irreale. Allora si pensò bene di ricorrere alla tecnica cosiddetta della cinematografia ultraveloce, riprendendo le scene a 120 fotogrammi al secondo anziché i tradizionali 25-30. Così facendo, si sarebbe potuto giostrare in seguito sulla velocità delle immagini, raggiungendo teoricamente un grado di fluidità e quindi di realismo accettabile. Il risultato? Le scene apparivano girate quasi al buio, in quanto il singolo fotogramma non aveva praticamente il tempo di venire impressionato dalla luce. A questo punto Brian Johnson pensò brillantemente di inondare il set di luce, e tutte le riprese vennero effettuate con una quantità incredibile di luce e di riflettori puntati sulle Aquile, e il risultato fu...quello che vediamo (anche dei riflettori puntati vi è testimonianza nel documentario di Spazio 1999).

E’ opportuno ricordare che tutte le riprese con attori venivano eseguite solo dopo aver visto le riprese degli effetti speciali. Le pellicole appena girate relative alle astronavi, delle riprese esterne dei pianeti e della luna, venivano immediatamente spedite a Pinewood, e qui regista e attori si appartavano in una saletta accanto al set per assistere alla proiezione delle singole scene e regolarsi di conseguenza.

Molte volte, nella realtà accadde che a causa di ritardi le "pizze" non arrivassero a Pinewood, per cui Landau e gli altri, insieme al regista e alla troupe, rimanevano con le mani in mano diverse ore, sollecitando telefonicamente il materiale, salvo poi girare in maniera frenetica le proprie scene per rispettare i tempi. Si può capire in che condizioni dovessero lavorare le due troupe...

Come se ciò non bastasse, vi sono numerose incongruenze, come ad esempio l’astronave che attracca dall’alto e l’equipaggio che entra di lato… ciò è dovuto al fatto che, riferendoci all’interno dell’Aquila, la parte sinistra del corpo dell’Aquila era inesistente, per poter posizionare la telecamera, quindi per forza di cose la stragrande maggioranza delle volte l’Aquila viene inquadrata internamente sul fianco destro.


Koenig sanguinante dopo l'attacco di Baxter!Si sa qualcosa di qualche scena tagliata di Spazio 1999?

Stranamente, nel caso di Spazio 1999 non sono passate alla storia molte scene tagliate, e sì che ce ne devono essere state, vista la censura dei tempi.

Una delle poche, sicuramente la più famosa, riguarda un'immagine del Comandante Koenig. La scena è presa dall'episodio "Fine dell'Immortalità" e mostra il comandante, a terra, sanguinante dopo essere stato aggredito da Baxter. La scena, effettivamente molto realistica, fu giudicata troppo cruda per gli standard dell'epoca ed eliminata.

Un aneddoto curioso a proposito di scene tagliate riguarda l'episodio "Il dominio del Drago". Mi ero accorto, rimanendo abbastanza perplesso, che alcuni fan statunitensi non ricordavano la scena iniziale, quando Kano e il comandante Koenig giocano a scacchi. Dal momento che ciò si è ripetuto più volte, ho indagato e mi sono reso conto che in realtà la scena non l'avevano mai vista. Perché? Perché la tv americana aveva tagliato via la scena per far posto a un maggior numero di spot pubblicitari.

Per cui "Il dominio del Drago" negli USA cominciava con l'incubo di Tony Cellini, la fuga dall'appartamento, seguita dall'agguato ad Alan Carter, e poi da Koenig che passa casualmente e scopre Alan svenuto sul pavimento. Mentre da noi in Italia c'è la scena della partita a scacchi, e poi Koenig non arriva casualmente bensì allertato dal computer.

Vi lascio pensare come sono rimasti quei fan USA quando hanno potuto vedere la versione integrale!

Questo per far capire come l'esistenza dei tagli assuma significati sottili e sfumati, che non ci aspetteremmo. E, di riflesso, ci deve far pensare a quanti tagli sono avvenuti senza che noi fossimo mai venuti a conoscenza: vi siete accorti che i copioni originali usati dagli attori (per coloro di voi che li posseggono o li hanno letti) non sono QUASI MAI identici al prodotto filmato, bensì più lunghi, o con dialoghi diversi, o con più scene poi sparite nel nulla?


Lo sceneggiatore Johnny Byrne!Come sarebbe dovuto finire Spazio 1999?

Esiste (o per meglio dire esisteva, visto che lo scrittore Johnny Byrne ammette di non averlo conservato) lo script di un episodio, "Children of the Gods", che avrebbe dovuto essere l'episodio conclusivo della serie e che invece non fu mai girato. La storia, che prevedeva la morte di un bambino, fu purtroppo rifiutata ed a Byrne fu commissionata una nuova storia più in linea con il formato della seconda stagione: nacque così "I Dorconiani".

"I Dorconiani" fu, di fatto, l'ultimo episodio di Spazio 1999; lo show terminò dopo due stagioni e 48 episodi. Tuttavia, sebbene "I Dorconiani" sia un episodio tutto sommato godibile, "Children of the Gods" sarebbe stato un finale decisamente più adeguato per la serie. A suo modo, esso portava a compimento tutta la storia di Spazio 1999; rivelava il destino finale degli Alfani, confermando che avrebbero alfine raggiunto il loro scopo di trovare una nuova casa.

Di seguito, la trama per sommi capi di "Children of the Gods":

"I figli degli dei" inizia con la sparizione, pezzo dopo pezzo, della base lunare Alpha! 

Dopo i titoli di testa scopriamo che la base si trova all'interno di una struttura sulla superficie di un pianeta alieno. Gli alphani sono alla mercé di due bambini umani, fratello e sorella, viziati, capricciosi e dotati di poteri illimitati, che li sottopongono a giochi crudeli. Alan Carter, trasformato in un gladiatore romano, è costretto a combattere contro Koenig. Un alphano rimane ucciso durante uno di questi giochi, ma i bambini sono del tutto indifferenti alla sofferenza da loro provocata. 

I due sono accompagnati da un alieno adulto dai tratti aristocratici di nome Mentor, che asseconda ogni loro capriccio. Mano a mano che la storia si sviluppa, ci rendiamo conto che Mentor nutre sentimenti ambivalenti verso i bambini: profondo affetto ma anche disgusto per la loro crudeltà. 

L'alieno appartiene a una civiltà del futuro e ha trasportato quei bambini indietro nel tempo. Nel futuro, la razza a cui appartengono i due bambini ha colonizzato lo spazio, entrando in contatto con la civiltà di Mentor. L'alieno sta conducendo un esperimento per capire la natura della razza umana e se questa possa costituire una minaccia per la sua civiltà. I bambini non sono altro che i discendenti di Alpha, provenienti da un futuro in cui gli alphani hanno finalmente trovato un pianeta sul quale insediarsi e prosperare. Il comportamento crudele dei due bambini sembra aver dimostrato senza ombra di dubbio la natura maligna dell'uomo. 

Liquidando gli alphani, gli alieni elimineranno la minaccia rappresentata dai loro discendenti nel futuro. Mentor è addolorato all'idea di dover uccidere i bambini. Questi, a loro volta, sono alle prese con sentimenti nuovi che faticano a gestire. Incapaci di sopportare l'idea di essere la causa della morte dei loro progenitori, i bambini decidono di suicidarsi. 

Con questo gesto estremo di altruismo totalmente inaspettato riescono così a redimere l'intera razza umana, salvando Base Alpha dalla distruzione.

Trecento anni nel futuro, le due specie possono finalmente entrare in contatto e vivere felici e in pace.


Ci sarà mai un seguito per Spazio 1999?Ci sarà mai un seguito per Spazio 1999?

Domenica 12 dicembre 1993 il canale satellitare Sci-Fi Channel dedicò uno speciale a Spazio: 1999, parlando dei club di appassionati di questo serial, e proponendo spezzoni di un'intervista a Gerry Anderson.

In sostanza, Sci-Fi Channel parlò molto bene degli effetti speciali e dello stile della serie, che aveva molti sostenitori soprattutto nella prima stagione, e commentò che l'"americanizzazione" della seconda stagione fu la causa del calo di ascolti fuori dagli USA. Sci-Fi Channel ha fatto rivivere Spazio: 1999 programmandone le repliche e, si affermava nello speciale, non era da escludere che, se le repliche avessero avuto molto successo, lo stesso Sci-Fi Channel avrebbe potuto prendere in considerazione l'idea di produrre una nuova serie o addirittura un film.

Sebbene la cosa sia evidentemente molto lontana, il fatto che l'idea sia stata proposta significa che, da parte di Sci-Fi Channel, di Gerry Anderson o di entrambi c'è la volontà o quantomeno la voglia. Dall'epoca dello speciale sono passati molti anni, ma ancora oggi, navigando in rete, si può trovare in giro qualche pettegolezzo secondo cui la realizzazione di un film è addirittura imminente.

Non credo, sinceramente, che ci sia qualcosa di vero in queste voci forse un po' troppo ottimiste, anche se secondo la mia opinione oggi un remake di Spazio: 1999 sarebbe senz'altro un successo, se l'esperienza di Star Trek ci insegna qualcosa. E sarebbe anche un'alternativa all'universo Trek, forse un po' troppo monopolista.

Ad ogni modo, la speranza è l'ultima a morire e se volete testimoniare a Sci-Fi Channel quanto vi piacerebbe vedere un seguito di Spazio: 1999 potete scrivere, telefonare o faxare:

The Sci-Fi Channel
1230 Avenue of the Americas
New York, NY 10020
Tel. (212) 408-8895
Fax (212) 408-8228


Un'immagine de "I naufraghi"Cos'è "Space: 1899"?

Non è un vecchio prequel di Space: 1999, ma piuttosto un cortometraggio che un fan, Gareth Randall, ha fatto di Spazio 1999 o, meglio, di un particolare episodio della serie, e precisamente "I naufraghi" (Space warp). Nello specifico il corto, della durata di soli 3 minuti e mezzo, presenta in bianco e nero alcune immagini dell'episodio nello stile delle comiche, ossia "accelerato", muto (con musichetta buffa di sottofondo) e con cartelli di titoli in stile Stanlio e Ollio. E' piuttosto divertente anche perché fornisce una motivazione alternativa all'improvvisa "pazzia" di Maya.

Il particolare omaggio è incluso del DVD-documentario prodotto da Fanderson nel 2004. Oppure lo trovate, molto più semplicemente, su YouTube...


Un'immagine di "Message from Moonbase Alpha"!Ho sentito parlare della possibilità di un seguito di "Spazio: 1999" intitolato "Spazio: 2024". E' possibile?

Questa notizia è stata effettivamente riportata sulla rivista inglese "TV Times". Secondo gli autori, una nuova serie di Spazio 1999, intitolata con poca fantasia "Spazio 2024" giusto perché prodotta venticinque anni dopo la prima, sarebbe già entrata in produzione. Il cast sarebbe già stato scelto, e sarebbe anche già stato prodotto un breve pilot.

Purtroppo, la notizia è assolutamente priva di fondamento, ed è nata dall'erronea interpretazione del cortometraggio "Message from MoonBase Alpha" trasmesso durante la cerimonia di chiusura della convention "Breakaway 99" e prodotto dal club Fanderson, dedicato ai lavori di Gerry e SylviaAnderson.

Il film è lungo complessivamente 7 minuti, ed è stato diretto da Tim Mallett su script di Johnny Byrne, reale sceneggiatore di molti episodi di Spazio 1999, ed è interpretato da Zienia Merton che per l'occasione ha reindossato, 25 anni dopo, i panni del suo personaggio, l'analista dati Sandra Benes. Il film è stato girato avvalendosi di una riproduzione funzionante di parte del Centro di Comando della prima stagione televisiva (oltre che della scrivania originale del comandante Koenig della seconda stagione, e del costume originale di Sandra, sempre della seconda stagione) e di alcuni spezzoni di episodi vari montati insieme. La storia parla di un ultimo messaggio inciso da Sandra sul diario di bordo della base, durante le fasi conclusive dell'operazione Exodus, scattata per trasferire gli Alfani su un nuovo pianeta chiamato Terra Alpha.

L'episodio, piuttosto che aprire una nuova serie, come erroneamente interpretato dalla rivista inglese, chiude in realtà Spazio 1999, dandogli il finale che non ha mai avuto e che i fan hanno sempre desiderato vedere. Lo stesso Byrne, che ne ha firmato lo script, si è dichiarato eccitato all'idea di dare un finale a Spazio 1999, ed ha contribuito di buona voglia al progetto.

Come facilmente prevedibile, i fan hanno accolto entusiasticamente la proiezione del cortometraggio, ed una standing ovation è stata tributata all'indirizzo di Zienia, di Johnny, e di Tim. Da oggi in poi, Spazio 1999 conta un episodio in più...

"Message from MoonBase Alpha" è incluso tra gli extra del quarto cofanetto dei DVD italiani di Spazio 1999 ed è presente, ovviamente, su YouTube!

Clicca qui per lo script originale del cortometraggio!!!


Un'immagine de "The immortal soul"Cos'è "The immortal soul"?

Si tratta di un video di 33 secondi caricato su YouTube nell'agosto del 2007 che presenta un trailer di quello che sembra essere un episodio ottenuto combinando insieme immagini tratte da varie puntate ed effetti speciali creati ad hoc. Il filmato, prodotto da un fan gallese, è ambientato dopo gli eventi della prima stagione: la Luna alla deriva giunge pericolosamente vicina ad una vasta cintura di asteroidi e gli alphani cercano disperatamente di evitare la catastrofe. Il comandante mette in atto un piano che spera possa salvare la sua gente ma un'oscura, misteriosa e malevola minaccia cerca in tutti i modi di fermarlo e di infliggere dolore e sofferenza agli alphani.

Va detto però che progetti del genere sono più volte fioriti in varie parti del mondo ma raramente sono andati oltre la fase del trailer per l'oggettiva difficoltà di mettere insieme una storia adattando delle nuove scene spaziali con scene con attori tratte dal telefilm.


Barbara Bain e Barry Morse 25 anni dopo!!!Cos'è "Breakaway 99"?

Il 13 settembre 1999 si è tenuta a Los Angeles "Breakaway", una mega-convention dedicata a Spazio 1999 con la maggior parte degli attori protagonisti della serie presenti. Tra le altre cose, si è parlato anche della possibilità di realizzare un film (con altri attori protagonisti, ovviamente, e qualcuno dei "nostri" relegato al più a qualche ruolo-cameo) ma a tutt'oggi il progetto sembra ancora estremamente vago e tutto sommato improbabile.

Alla Breakaway '99 erano presenti molti attori: Barbara Bain (Helena Russell), Barry Morse (Victor Bergman), Prentis Hancock (Paul Morrow), Zienia Merton (Sandra Benes), Nick Tate (Alan Carter), Anton Phillips (Bob Mathias). La foto di fianco ritrae Barbara Bain e Barry Morse a Los Angeles, ed è datata 11 settembre 1999... a me sembrano tali e quali a 25 anni fa...

Un contributo filmato di Breakaway '99 è presente nel secondo dei cofanetti del DVD italiani di Spazio 1999 di recente pubblicazione!


Due locandine di questi cosiddetti "film"!Esistono dei film di Spazio 1999?

No. O, almeno, non dei film nel senso che comunemente si dà a questa parola.
In realtà, tra la fine degli anni '70 ed i primi anni '80 furono prodotti quattro film di montaggio, ovvero composti da episodi della serie regolare più o meno felicemente legati insieme. I film sono:

"Destination Moonbase Alpha" (1978) costituito essenzialmente dalle due parti di "Attenti ai Terrestri", con brevi sequenze di "Separazione", "Psycon", "Golos" ed una immagine de "Il cervello spaziale". Preparato dalla ITC Entertainment sull'onda del successo di Star Wars, il film fu distribuito al cinema in Europa riscuotendo un certo successo. In Italia fu distribuito esclusivamente in VHS, con il titolo "Spazio 1999 - Base Lunare Alpha" e con un doppiaggio differente rispetto all'edizione televisiva.  In Italia questo film è uscito in DVD nel corso del 2006.

"Alien Attack" ("Attacco Alieno", 1979) costituito essenzialmente da "Separazione" e "Mondo proibito", con brevi sequenze tratte da "Sole nero", "Gli amanti dello spazio", "Il cervello spaziale", e dalla prima parte di "Attenti ai terrestri". Il film si avvale anche di alcune scene girate appositamente per l'occasione ed ambientate nella sede della Commissione Lunare Internazionale senza però la partecipazione di alcun personaggio del cast regolare di Spazio 1999. Tali scene hanno però poco a che vedere con il look originale della serie. Il film fu realizzato sempre dalla ITC Entertainment per il mercato cinematografico europeo, ma non riscosse i consensi del predecessore. In Italia questo film è uscito in DVD nel corso del 2006.

"Cosmic Princess" (1982) costituito da "Psycon" e "I naufraghi", con una breve sequenza tratta da "Separazione". Realizzato dalla ITC di New York per il mercato statunitense della TV via cavo. In Italia questo film è uscito in DVD alla fine del 2006.

"Journey Through The Black Sun" (1982) costituito da "Sole nero" e "Rotta di collisione", con alcune brevi sequenze di "Magus". Fu realizzato insieme al precedente "Cosmic Princess" per comporre un pacchetto chiamato Super Space Theatre destinato ad un pubblico giovane. In Italia questo film è uscito in DVD nei primi mesi del 2007.

Nel 1976 anche in Italia si tentò un'operazione similare, con un "film" chiamato semplicemente "Spazio 1999" e contente stralci degli episodi "Separazione", "Gli occhi di Tritone" e "Un altro tempo, un altro luogo" uniti in modo scriteriato ed inconcludente e rimusicati da Ennio Morricone. Il film uscì in Italia nei cinema prima ed in VHS poi.

Alcune notizie sulla genesi di questi "film" e vari trailer sono presenti nel secondo dei cofanetti del DVD italiani di Spazio 1999 di recente pubblicazione!


I primi due cofanetti di Spazio 1999 in DVD!Com'è la situazione audio/video in Italia?

Fino a poco fa la situazione era tutta da piangere! La serie non è mai uscita in videocassetta, a parte quella VHS della Avo Film di cui si parlava poc'anzi. Ora invece, con l'uscita dei DVD, non ci possiamo proprio lamentare!!!

Spazio 1999 in DVD è uscito in Italia inizialmente suddiviso in 4 cofanetti, grazie alla Pulp Video. Ogni cofanetto conta 12 episodi divisi su quattro dischi. La qualità video è eccellente, l'audio è stato rimasterizzato in 5+1 canali discreti (ma per completezza sono presenti anche la traccia inglese e la traccia italiana monofonica originale), e ogni cofanetto può vantare un imponente quantità di materiale extra come interviste, errori, curiosità, guida al merchandising, trailer e così via. Successivamente, grazie alla Mondo HE, sono uscite due "Collector's Box" per la prima e seconda stagione rispettivamente, contenenti gli stessi dischi dei cofanetti "singoli" ma riuniti in un nuovo package.

E a partire dal 2006, grazie alla Passworld, sono usciti anche i film di montaggio "americani", sia a noleggio che per la vendita, e sia singolarmente sia riuniti in un elegante cofanetto digipack con un nuovo disco di extra e nuove animazioni! Insomma, una vera manna: è davvero probabile che quella italiana sia la miglior edizione del mondo di Spazio 1999 in DVD, tutto considerato!!!

Per ulteriori dettagli di questa importante edizione vi rimando comunque all'apposita sezione!


La fine di Spazio 1999...Cosa è rimasto di Spazio 1999?

Molte volte noi fan ci siamo chiesti, con infinita nostalgia, se è rimasto qualcosa della base Alpha, delle Aquile, delle varie stanze, dei vari pianeti... La risposta è scoraggiante: i set sono stati demoliti, i mobili e le attrezzature sono stati buttati, i modellini originali e i vestiti degli attori sono finiti nelle casseforti dei collezionisti, nulla è rimasto, se non i nostri ricordi...

E invece no! Qualcosa è rimasto, a testimonianza di quei giorni gloriosi...

Facciamo un passo indietro: ricordate l'episodio "L'ultimo tramonto"? C'è una scena in cui gli alphani si precipitano all'aperto e vengono investiti da un salutare scroscio di pioggia. Questa scena è stata girata nel parcheggio delle auto degli studios di Pinewood: all'epoca le auto vennero allontanate, il terreno "mimetizzato" alla bell'è meglio e vennero attaccati tanti adesivi "AIRLOCK" sui muri, come è possibile vedere per alcuni di essi nell'episodio. Ed è appunto di questo che vi voglio parlare: uno degli adesivi AIRLOCK, dopo le riprese, per dimenticanza non venne staccato...

L'amico Roberto Baldassari ricorda con commozione infinita come, gironzolando all'aperto per Pinewood, si ritrovò di fronte questo adesivo circolare, corroso dagli anni, annerito dalla fuliggine, frantumato dal sole, ma ancora leggibile, dopo quasi trenta anni posto quasi ad imperitura memoria dei tempi che furono...

Là, dove ora si trova questo brandello, vi fu Spazio 1999. Là vi furono i nostri sogni, e questo adesivo consumato dal tempo rimane, ancora oggi, come unica, muta testimonianza di qualcosa di splendido.